28/1/2014
Rivive anche quest’anno ad Avellino la festa di Mamma Schiavona. Il prossimo 2 febbraio, giorno della Candelora, come da tradizione si svolgerà il pellegrinaggio dei “femminielli”, ossia gli omosessuali e travestiti che popolano alcune zone della Napoli antica ed in particolar modo i Quartieri Spagnoli.
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Un singolare pellegrinaggio presso il Santuario di Montevergine che nel corso degli anni ha dato adito a non poche polemiche. Il 2 febbraio, lungo la strada che porta al santuario mariano, va in scena quello che la chiesa non vorrebbe mai vedere, ma che la tradizione campana da sempre reputa come uno dei momenti di maggiore devozione.
Un pellegrinaggio, quello dei “femminielli”, che affonda le sue radici in una storia che risale al 1256, all’anno in cui due omosessuali furono cacciati dalle mura cittadine per atti osceni, portati sul monte Partenio e condannati a morire di freddo in una notte d’inverno, ma qui vennero salvati da un miracolo poiché il sole squarciò le tenebre e gli consentì di sopravvivere.
Diramato il programma da parte della Rete per la Candelora lgbt, che prenderà il via sabato 1 febbraio alle ore 17,30 al Caffè Letterario di Avellino con la presentazione del libro “Genere: femminielli. Esplorazione antropologiche e psicologiche” a cura di Paolo Valerio e Eugenio Zito, Edizioni Dante e Descartes.
Alle 21,30, invece, presso la Mezcla Cafè si terrà lo spettacolo di trasformismo “I mille volti di Laura Matrone”, a seguire dj set.
Domenica 2 febbraio, alle ore 9,00 da viale San Modestino di Mercogliano prenderà il via la juta a Montevergine con bus-navetta dove davanti al santuario si terrà la tammurriata o solo per godere del pimo sole in una domenica mattina di febbraio.
Gennaro Carotenuto