25/9/2012
In cammino lungo la strada dei pellegrini, attraversando i sentieri della “Via Francigena del Sud – il Cammino di San Michele”, lungo la via Sacra Langobardorum che da 1500 anni conduce i fedeli da Stignano a Monte Sant’Angelo. Poco più di 50 chilometri che attraversano cinque luoghi di culto legati alla figura dell’Arcangelo attraversando i Comuni di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo.
Un culto, quello Micaelico, che risale al V secolo ed è stato consacrato dopo l’apparizione dell’Arcangelo Michele. Da quel momento, il santuario di Monte Sant’Angelo è stato meta di pellegrinaggio da tutta Europa.
Il nostro cammino si estende all’interno del territorio del Gargano. Un paesaggio naturale segnato dalla presenza di santuari, abbazie e antichi conventi, partendo dal Convento di Santa Maria di Stignano, che tra leggende e storie viene considerato uno dei primi conventi mariani della provincia di Foggia. La sua costruzione gira intorno ad una leggenda che narra di un cieco della zona che riacquistò la vista dopo l’apparizione della Vergine. Il miracolato informò i vicini abitanti di Castelpagano i quali costruirono una piccola chiesetta nel luogo dell’apparizione, precisamente nel secondo arco della navata sinistra per chi entra nel tempio.
La seconda tappa porta al Santuario di San Matteo nella città di San Marco in Lamis eretto nel V secolo sulle pendici del Monte Celano per venire incontro alle esigenze di ospitalità nei confronti dei tanti pellegrini che attraversavano la zona per dirigersi alla Grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo.
La terza tappa ci porta a San Giovanni Rotondo ed al Complesso di Santa Maria delle Grazie eretto dai frati cappuccini nel XV secolo e noto per aver accolto fin dal 1916 San Pio da Pietrelcina.
Monte Sant’Angelo rappresenta l’ultima tappa del percorso lungo la via Sacra Langobardorum, località iscritta nel 2011 nella lista del Patrimonio Unesco tra i siti seriali che ripropongono i luoghi del potere dei Longobardi in Italia (guarda anche il virtual tour della Chiesa di Santa Sofia a Benevento). Un rapporto quello tra i Longobardi e San Michele fu fin dal primo istante un rapporto privilegiato perché nell’Arcangelo i biondi guerrieri venuti dal nord identificavano l’eroe di Dio, capo delle schiere angeliche, difensore dei diritti di Dio. Furono loro a diffondere il culto del santo e far diventare il Santuario di San Michele Arcangelo una delle capitali spirituali dell’Italia meridionale.
L’ultima tappa lungo il Cammino di San Michele ci porta all’Abbazia di Santa Maria di Pulsano a nove chilometri dal Santuario di San Michele Arcangelo. Costruita nel 1129 sui resti di un antico convento.
Gennaro Carotenuto
[...] In “Vie Sacre” ci sarà spazio anche per la mostra fotografica “Festa grande”, sulle feste patronali pugliesi. Ma Bitrel è anche interconnessa con il mondo dei cammini religiosi, come la “via Francigena”, itinerario percorso a piedi da molti pellegrini (clicca qui per un esempio di itinerario). [...]
[...] San Michele sulla via Francigena del Sud [...]