I Vattienti e l’Affruntata: il sangue e la resurrezione nella Settimana Santa calabrese

18/3/2013

In Calabria i riti della Settimana Santa assumono toni se possibile più cupi che nel resto del Sud Italia. Qui come in altre regioni del Mediterraneo, italiane e spagnole in particolare, la Settimana Santa è il momento in cui il Sacro raggiunge il suo momento più alto e simbolico, ma al tempo stesso si fonde indistinguibilmente col folclore e gli antichi riti pagani.

Un'immagine dell'Affruntata

Un’immagine dell’Affruntata

E’ il caso della Processione dei Vattienti di Nocera Terinese, che offrono letteralmente il proprio sangue  per richiedere una grazia o per espiare un peccato. Il Sabato Santo durante la Processione dell’Addolorata, i Vattienti con braccia e gambe scoperte e con in capo una corona di spine, si percuotono con due strumenti chiamati il cardo e la rosa. Il primo è un sughero con inseriti tredici pezzi di vetro che simboleggiano i dodici Apostoli e Cristo, l’altro, invece, è un sughero ben levigato con cui si colpisce per prima la pelle per aumentare la circolazione del sangue preparandola alle ferite provocate dal  cardo e mantenere le ferite sempre aperte ripulendole. Legato ad ogni Vattianete c’è l’Hecce Homo, un ragazzino coperto da un panno rosso che gli lascia scoperte le spalle e una corona di spine che trascina una croce rivestita di rosso e rappresenta il sacrificio di Cristo. Alla fine del rito  le ferite vengono  tamponate con un in infuso di rosmarino per facilitare il riassorbimento del sangue.
Tale è la fedeltà dai noceresi a questo rito che gli emigranti fanno ritorno a Nocera il Sabato Santo appositamente per compiere il rito della flagellazione, quasi che questo fosse il vincolo più forte che li tiene legati alla propria terra. I giorni che precedono il rito sono giorni di tensione e di aspettativa per le vie del paese, quel “chjurire ‘e gambe”(prurire le gambe) che crea una forte tensione che poi si sfoga durante la processione e permette di sopportare il dolore.

Dopo il dolore ed il lutto, la Domenica di Pasqua si tiene l’ultimo rito della Settimana Santa: l’Affruntata. Questa processione, le cui espressioni più note in Calabria sono quella di Bagnara Calabra e di Vibo Valentia, si svolge all’uscita della Messa della Domenica di Pasqua. I fedeli ,che hanno acquisito all’Incanto, ovvero con un’asta,  il diritto di portare a spalla la statua di San Giovanni, fanno fare al Santo la spola per la strada principale del paese, come messaggero della Resurrezione di Cristo. San Giovanni informa così la Madonna (anche’essa portata a spalla dai fedeli), che alla notizia fa cadere il velo nero che la copre, apparendo vestita a festa. Secondo le tradizioni locali la “sbelata” è un rito molto importante,  una sua cattiva riuscita è segno, infatti, di cattivi presagi. Alla notizia la Madonna corre, sempre sulle spalle dei fedeli,  alla ricerca del figlio Risorto fino al momento culmine dell’incontro tra i due, salutato dall’esplosione di fuochi d’artificio, dal volo di colombe e dal suono delle campane tra l’emozione dei fedeli.

Così la settimana Santa e la Quaresima si chiudono dopo un lungo periodo di lutto e dolore con il rito della rinascita della vita, che lascia nei fedeli il senso catartito dell’inizio di una nuova stagione.

Valeria Davolo

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