Puglia: scoperta a Taranto una necropoli greca intatta

17/2/2015

Solo pochi giorni fa a Taranto è tornata alla luce una necropoli greca del VI sec a.C., una straordinaria scoperta che fa viaggiare indietro nel tempo.

A darne notizia la presidente dell’Associazione Progentes, Cinzia Amorosino, che essendo sul posto ha potuto raccontare l’emozione del momento.

Un giorno importante per la città di Taranto, culla di antiche civiltà, così come tutto il suo golfo, che dagli Achei ai Saraceni, fino ai Messapi vide arrivare sulle sue coste popoli lontani.

Datata VI secolo prima di Cristo, la necropoli è stata rinvenuta da due giovani archeologi nei pressi di un’area naturalistica nella Salina Grande, mentre supervisionavano i lavori di costruzione della Tangenziale di Taranto.

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Da una prima analisi, in base agli elementi portati alla luce, la tomba principale, a fossa, potrebbe appartenere ad una nobildonna greca dell’epoca di Pitagora, alta intorno al metro e sessanta di quarant’anni d’età. Grazie alla presenza di argilla trascinata dalle acque che nei secoli hanno inondato la tomba, gli oggetti del corredo funerario sono stati ritrovati intatti.

Accanto alla donna anche altre otto sepolture, presumibilmente di bambini, e realizzate secondo diverse tipologie funerarie, dalla cassa in legno nella fossa al sarcofago di un bambino.

Non si conosce ancora la totale estensione della necropoli, quel che è certo è che per ora si è trovata solo una piccola parte di quella che potrebbe essere un’estesa area deputata anticamente alla sepoltura.

Dalla tomba principale, trovata inviolata, sono stati rinvenuti due vasi per oli profumati (lekythoi attiche), uno dipinto con figure di colore nero, l’altro rosse, un alabastron fenicio-punico in pasta vitrea colorata, una tavoletta in argilla che rappresenta la testa di una divinità (un pinax ), un piccolo anello in bronzo e alcuni frammenti della cassa e i chiodi. A far pensare che si trattasse di una persona importante la sagoma di uno scettro in legno: forse una nobildonna, forse una sacerdotessa.

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lekythos

Quel che è certo è che si trattava di una donna straniera, proveniente dalla Grecia o che aveva contatti con popolazioni provenienti da quella zona.

Gli studi sono ancora in corso e i preziosi reperti sono già stati affidati alla Sovrintendenza Archeologica della Puglia per la pulitura e il restauro. Tali oggetti, uniti agli altri rilievi paleobotanici e antropologici operati nel luogo di ritrovamento contribuiranno a ricostruire il racconto della vita quotidiana di Taranto di più di due migliaia di anni fa.

A tutto questo si unirà lo studio dell’altra importante, e a quest’ultima analoga, scoperta fatta a gennaio nel cuore del centro storico di Taranto: una prima tomba greca, sempre a fossa, appartenuta con probabilità ad un’anziana signora.

 

Valentina Sanesi

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