Piante secolari: viaggio fra fresche e antiche fronde della Sabina reatina

30/6/2015

Dal confine con la provincia di Roma fino ai monti che separano il Lazio dall’Umbria e dall’Abruzzo, viaggiamo alla ricerca delle fresche fronde degli alberi secolari della Sabina, tra ulivi, querce e faggi, tra fede e natura, per scoprire tra alture e vallate, tra borghi e montagne, alcuni dei più antichi abitanti di questi luoghi.

Forti, fieri, radicati alla terra come niente e nessuno, gli alberi secolari sono una vera e propria forza della natura: grandi, belli, nulla sembra scalfirli, se potessero parlare racconterebbero la storia della nostra regione, testimoni silenziosi di luoghi che in alcuni casi sono rimasti invariati, in altri la mano dell’uomo ne ha trasformato i connotati, costruendo piccoli paesi, centri abitati o identificandoli come luoghi di preghiera avvolti in una magica aura di fede e di mistero.

Veri e propri monumenti naturali, alcuni sono ancora oggi fonte di sostentamento per chi ha la fortuna di abitare nelle immediate vicinanze.

 ulivone di canneto

Ulivone di Canneto – Fara in Sabina (Rieti)

Siamo molto vicini alle porte di Roma ed è qui, lungo la Strada dell’Olio della Sabina che incontriamo questo magnifico esemplare di ulivo, uno dei più grandi e antichi d’Europa, che, nascosto nella campagna che circonda la piccola frazione di Canneto, appartenente al comune di Fara in Sabina, ancora oggi è produttivo offrendo svariati quintali di olive che contribuiscono a produrre l’ottimo olio extravergine Dop locale, conosciuto come uno dei migliori d’Italia.

 

Faggio di San Francesco – Rivodutri (Rieti)

A mille metri di altitudine al confine fra Lazio e Umbria, nei pressi di questo piccolo borgo affacciato sul magnifico panorama della Piana reatina, un breve sentiero di montagna conduce al Faggio che, secondo la leggenda, avrebbe piegato i suoi rami per offrire un rifugio al Santo, assumendo così questa forma straordinaria che ancora oggi si può ammirare. 22 metri di diametro misurano le sue fronde, un vero e proprio albero monumentale con una particolare mutazione morfologica che presenta rami nodosi e rivolti verso il basso presente in soli altri due esemplari in tutto il mondo: in Inghilterra e in Nord America.

quercia di sant angelo

La Quercia di Sant’Angelo – Amatrice (Rieti)

Il nostro viaggio finisce ancor più a nord, ai confini tra Lazio e Abruzzo, ai piedi dei Monti della Laga. Risale al 1400 la secolare Quercia di Sant’Angelo (detta anche Cerro di Sant’Angelo) situata nella frazione di Sant’Angelo di Amatrice, di fronte alla Chiesa della Madonna di Galloro. Alto più di  21 metri, è uno degli alberi monumentali d’Italia, e rappresenta l’esemplare più grande mondo della sua specie.

 

L’Italia è ricca di questi monumenti naturali, piena com’è di luoghi ancora incontaminati in cui ritrovare una pace infinita. Vi diamo, quindi, appuntamento alla prossima settimana con gli ulivi secolari della bella e solare Puglia per un altro emozionante viaggio virtuale tra la natura rigogliosa della nostra Penisola.

Valentina Sanesi

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