14/1/2015
Da oggi in Italia si apre una fase delicata e molto importante per le istituzioni e per l’intero paese.
Dopo nove anni di Presidenza della Repubblica e due mandati, prima volta nella storia d’Italia, Giorgio Napolitano si è dimesso dall’incarico. Prima della firma però ha partecipato ad una cerimonia d’addio nel cortile d’onore di Palazzo del Quirinale.
Napolitano sarà comunque senatore a vita, avrà un ufficio a Palazzo Giustiniani, a pochi passi da Piazza Navona, e rientrerà nella tanto amata dimora privata situata in via di Serpenti, una delle strade più belle di Rione Monti a Roma, con sua moglie Clio.
Nel frattempo il Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, convocherà le camere in seduta comune a Palazzo Montecitorio, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica entro 15 giorni dalle dimissioni, mentre il Presidente del Senato Pietro Grasso, che ha appena ricevuto la lettera di dimissioni di Napolitano, ha assunto l’incarico di Capo dello Stato ad interim, in quanto in Italia le prerogative del Presidente della Repubblica sono notevoli, infatti, la più alta carica dello Stato, oltre ad essere il garante della Costituzione, nomina il Presidente del Consiglio ed i ministri da lui proposti, promulga le leggi, è titolare esclusivo del diritto di grazia, scioglie le Camere anticipatamente se ritiene che la loro funzionalità in qualche modo possa essere bloccata, presiede il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), organo di controllo del potere giudiziario, nomina i senatori a vita ed una parte dei componenti della Corte Costituzionale.
Intanto in Italia, nonostante la difficile situazione politica e sociale, si riaccende il dibattito sul possibile nuovo inquilino del Quirinale, mettendo così in moto la stucchevole, ma necessaria, macchina dei toto nomi.
Cesare Paris