La dolce musa di Fellini

12/1/2015

Era il 1960 quando l’esuberante Anita Ekberg fece un bagno notturno a Fontana di Trevi, improvvisando una sfilata bagnata con il suo lungo vestito nero, ed invitando un affascinato e al tempo stesso disilluso Marcello Mastroianni a seguirla nell’acqua. 

La scena, entrata con prepotenza nella memoria collettiva della cinematografia mondiale, è il simbolo del film “La dolce vita”, capolavoro di Federico Fellini. La Ekberg, biondissima donna fatale, icona del cinema e musa del geniale regista riminese, si è spenta ieri all’età di 83 anni all’Ospedale San Raffaele di Rocca di Papa, a pochi km dalla Capitale.

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Fontana di Trevi però, pima di questa scena, aveva già un nutrito passato cinematografico che va da “Cuori nella tormenta” film con Nino Taranto, alla romantica scoperta di Audrey Hepburn in “Vacanze romane”. Ma anche dopo il 1960 il monumento venne utilizzato come set cinematografico, prima in “Tototruffa”, regia di Mastrocinque, in cui Totò vende la fontana ad un turista italoamericano, poi in “C’eravamo tanto amati”, regia di Ettore Scola, che omaggia il film di Fellini facendo trovare Stefania Sandrelli e Nino Manfredi sul set de “La dolce vita”.

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Oggi basta seguire il flusso dei turisti per raggiungere la fontana più fotografata al mondo, una delle meraviglie architettoniche di Roma, che ormai deve la sua fama proprio alla famosa scena e alla leggenda secondo la quale, gettare una moneta di spalle all’interno del monumento significa assicurarsi il ritorno a Roma.

Splendida opera dell’architetto Nicola Salvi, mix di architettura e scultura barocca, con statue e bassorilievi incastonati tra le rocce, dalle quali zampilla fuori l’acqua, la fontana poggia su uno dei lati di Palazzo Poli, ed i rilievi che ne decorano la facciata rappresentano la leggenda dei soldati di Agrippa, i quali, assetati, si misero alla ricerca dell’acqua, trovata solo quando incontrarono una fanciulla che mostrò loro la fonte di questa sorgente purissima.

Cesare Paris

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