11/2/2015
Un viaggio in un mondo sotterraneo, alla scoperta di luoghi segreti che raccontano un lontanissimo passato. Siamo a Canosa di Puglia, un piccolo centro nel cui sottosuolo si nascondono grandi tesori.
Napoli, Roma, Orte, Rieti, Viterbo, Matera: l’Italia è piena di città nel cui sottosuolo, negli anni, sono stati scoperti antichi insediamenti, luoghi misteriosi deputati nei secoli a differenti funzioni, dalla celebrazione di culti allo svolgimento di attività legate all’agricoltura, da nascondigli contro i bombardamenti luoghi di sepoltura.
Oggi siamo in Puglia, precisamente a Canosa di Puglia, per addentrarci virtualmente, attraverso le straordinarie immagini in virtual tour, nei 5 nuclei ipogei del suo sottosuolo, più o meno tutti risalenti al medesimo periodo storico, tra il V e il II secolo a.C. e per questo destinati al medesimo utilizzo: quello sepolcrale, testimonianze di un antico popolo che abitava queste terre: i Dauni.
E’ questo il più importante complesso funerario dell’antica Canusium e dell’intera Daunia. Composto da 3 distinte tombe scavate interamente sottoterra nel banco tufaceo, il più grande, Lagrasta I è un vero mondo sotterraneo, composto da un corridoio lungo cui si snodano 9 diverse camere sepolcrali.
Poco lontano dagli Ipogei Lagrasta, l’ipogeo del Cerbero, scavato nell’argilla, nonostante sia molto semplice colpisce chi lo visita per la particolare atmosfera creata dall’affresco ancora visibile su una parete che rappresenta un cane a tre teste, Cerbero appunto, che segna il passaggio del cavaliere qui sepolto a vita ultraterrena.
Sempre nei pressi degli Ipogei Lagrasta, l’Ipogeo D’Ambra, tra la fine del IV e l’inizio del III sec. a.C. ha un fascino particolare. Sarà per la piccola scala che ci conduce in un mondo parallelo, a cui si accede attraverso una piccola porta dorica, o per le sfumature verdi delle pareti, tracce degli intonati colorati che caratterizzavano quest’ambiente. Qui sono 3 le camere sepolcrali, ognuna con volta a botte.
In posizione più decentrata dagli altri ipogei di Canosa di Puglia, l’ipogeo Scocchera venne casualmente alla luce nel 1895. Composto da due diversi ambienti, il secondo dei quali scoperto nel 1979, qui vennero rinvenuti numerosi oggetti facenti parte del corredo funerario dei defunti ivi sepolti, tra cui una corazza anatomica in bronzo. Suggestive le ancora visibili pitture che “raccontano” il passaggio del defunto nell’aldilà.
Anch’esso decentrato, ubicato nei pressi della stazione ferroviaria di Canosa di Puglia, questo ipogeo è fra i più preziosi. Entrare in questo luogo è un’esperienza unica, resa ancor più speciale dalla presenza di uno straordinario bassorilievo che raffigura un Oplita, vale a dire quello che nell’antica Grecia precedeva il cavaliere in battaglia. Sopra l’immagine, si distingue un’incisione in caratteri greci.
Si conclude così il nostro viaggio indietro nel tempo, in un universo lontano nei secoli ma allo stesso tempo vicino, alla scoperta delle nostre radici, di un popolo, quello dei Dauni, che diede inizio alla storia dell’odierna Puglia.
Valentina Sanesi