21/10/2013
Si tratta di uno dei giardini all’italiana più ricchi di fascino e più ammirati dai turisti di tutto il mondo: è Villa d’Este, a Tivoli. La Villa è considerata tra i parchi più belli d’Italia ed è stata premiata dall’Unesco che ne ha inserito il nome nella lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità.
E’ in questo splendido luogo che sono tornata nel week end, per la quinta volta: e ogni volta, anche questa, mi ha lasciato d’incanto, pensando alla capacità dell’uomo di creare tali meraviglie e alla fortuna che abbiamo, in Italia, ad averle ereditate. A pochi chilometri da Roma mi sono potuta estraniare dal caos della vita cittadina e immergere nella pace e nella tranquillità di questo sito, realizzato in quella che nel Medioevo era conosciuta non a caso come “Valle Gaudente”.
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Ho raggiunto la villa a piedi dopo una piacevole passeggiata per il centro storico di Tivoli, che si offre ai visitatori attraverso la bellezza delle sue chiese, come la meravigliosa Cattedrale, dei suoi reperti storici e dei panorami della campagna circostante.
L’entrata per Villa D’Este si trova accanto alla Chiesa di Santa Maria Maggiore. La prima parte della visita comprende le sale interne del Palazzo, le cui decorazioni hanno sempre il potere di portarmi a correre con l’immaginazione, a pensare a quella che doveva essere la vita tra queste stanze. Infatti la struttura, voluta dal cardinale Ippolito d’Este nel XVI secolo, sembrava trasmettermi anche ieri, mentre passeggiavo, tutto il carisma e il desiderio di fasto e di magnificenza del suo ideatore.
Nomi seducenti caratterizzano le sale dell’Appartamento Superiore e dell’Appartamento Nobile: Salone del Trono, di Venere, di Mosè, delle fatiche di Ercole e della Gloria d’Este. Con il naso all’insù sono rimasta ad ammirare i mille particolari delle figure protagoniste degli affreschi, tra immagini simboliche e omaggianti a Ippolito d’Este e alla sua famiglia, personificazioni delle virtù, personaggi mitologici, scene di caccia e paesaggi incantevoli, circondati da grottesche realizzate con minute figure floreali; persino le cornici non passano inosservate e sono già di per sé opere d’arte.
Se tra le sale interne è possibile, soprattutto d’estate, godere di un po’ di refrigerio dal caldo, uscendo tra i viali si è abbagliati improvvisamente dalla luce del sole che con i suoi riflessi si immerge tra le acque delle fontane risaltandone i disegni. Ed ecco dunque la parte più famosa e più amata della Villa, i suoi meravigliosi giardini. Un mirabile spettacolo dell’ingegneria e dell’estetica cinquecentesca si scopre ogni volta davanti al mio sguardo: sarà per questo che mentre camminavo tra i viali mi veniva quasi spontaneo parlare a bassa voce e ascoltare con piacere solo il rumore dei passi e lo sgorgare, a volte delicato a volte potente, di queste acque. Fontane scenografiche attorno alle quali si raggruppano folle di visitatori si alternano ad altre più piccole, che divengono angoli romantici per un bacio fugace quando collocate in qualche zona più nascosta della Villa.
Mi sono soffermata ad osservare lo scenario offerto da diverse prospettive: dall’alto, quando sono uscita dal Palazzo e sono scesa per la doppia rampa delle scale laterali che portano sulla prima terrazza, da cui si domina tutto il resto del parco e più in là la campagna tiburtina; e poi dal livello più basso del giardino, al termine del percorso di visita, quando dopo essermi girata mi sono sentita molto piccola guardando l’imponente flusso d’acqua che si innalza dalla centrale Fontana di Nettuno, chiamata così per la statua del dio collocata dietro la cascata. Tra le aree che amo di più, c’è poi il viale delle cento fontane, lungo il quale la passeggiata è affiancata dallo zampillare gentile dell’acqua dalle cento bocche, disposte su tre livelli a rappresentare le acque dei tre fiumi Albuneo, Ercolaneo e Aniene. Certamente le ore trascorrono veloci tra queste meraviglie, ed è il luogo ideale per godere di un po’ di relax; un ambiente quasi incantato, in cui la mente vaga tra la mitologia e la natura rigogliosa che contendono la supremazia ai giochi d’acqua delle fontane, veri protagonisti di tutta la struttura.