Digitalizzazione del patrimonio culturale: gli esperti si incontrano a Roma

7/10/2014

I responsabili delle principali istituzioni pubbliche italiane e internazionali si sono riuniti a Roma, giovedì 2 ottobre, presso la Biblioteca Nazionale Centrale per una conferenza dal titolo “Il riuso dei contenuti culturali digitali per l’istruzione, il turismo e il tempo libero”. 

L’evento, inserito nel programma ufficiale del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea è servito a fare il punto su alcuni progetti importanti di digitalizzazione dei beni culturali che hanno visto esperti e responsabili di grandi strutture museali e siti archeologici confrontarsi su come utilizzare le nuove tecnologie per valorizzare l’immenso patrimonio culturale italiano e internazionale – gran parte del quale rinchiuso in musei ubicati nelle parti più remote del mondo – per consentire a tutti di conoscerlo e di apprezzarlo e per diffonderlo ai fini dell’istruzione.

Tanti gli interventi illustri, a partire da Wim Pijbes, del Rijkmuseum di Amsterdam, che ha raccontato come finora più di centocinquantamila persone siano riuscite ad ammirare le raccolte esposte grazie all’”agorà digitale” che raccoglie le opere digitalizzate in altissima risoluzione in modo da poter zoomare sulle immagini. Chi vi accede può anche comporre una sua personale mostra, selezionare alcuni dettagli delle opere e stamparle in 3D realizzando oggetti di ogni genere, facendo “vivere” la cultura anche solo attraverso un curioso tetrapak del latte con un dipinto di Van Gogh sopra.

s.maria maggiore in virtual tour

Ma il digitale, come ha spiegato Gunter Waibel del Smithsonian Museum di Washington, non è utile solo per una diffusione più ampia della cultura, ma anche per la ricerca. Qui è stato, infatti, ricostruito in 3D un Budda in pietra che riporta sul retro dei bassorilievi che raccontano la storia del fondatore del buddismo. Grazie a questa ricostruzione gli studiosi sono riusciti a “leggere” alcune parti mancanti del racconto. Straordinario il lavoro fatto nello stesso museo sui resti fossili di una balena rinvenuti in Cile. Partendo da queste parti ritrovate si è ricostruita la balena in 3D, un lavoro che ha permesso di dare il via a studi e ricerche prima d’ora non possibili.

Anche l’Italia non è rimasta ferma in tal senso, lavorando negli ultimi anni nella direzione di un turismo digitale, di una cultura alla portata di tutti. Anche nel nostro BelPaese, infatti, sono tante le realtà turistiche e culturali che sono entrate nella nuova era digitale creando contenuti interattivi con scopi didattici, divulgativi e di valorizzazione. Ne sono esempi lampanti due siti della Tuscia: la magnifica Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, nelle cui otto tombe, nel completo rispetto del luogo, sono state inserite apparecchiature multimediali che consentono al sito di “raccontarsi” in maniera efficace e innovativa. Altro esempio sono le cosiddette “teche parlanti” del Museo Nazionale Cerite che con la tecnologia touch on glass trasforma ogni vetrina in un touch screen che racconta la storia del reperto.amatrice turismo virtual tour

Ultimo esempio argomentato in conferenza il caso del Muse – Museo delle Scienze di Trento, e il progetto FabLab, un “laboratorio di fabbricazione digitale” come lo ha definito il direttore del museo. Un modo nuovo di fare cultura, di fare museo che parte dal presupposto che i poli culturali siano parte di una comunità di educatori, ricercatori, studenti, tecnici e imprenditori che con i giusti strumenti possono trasformarli in strumenti di sviluppo locale e fornitori di servizi destinati alla cultura e all’istruzione. Ne è un esempio la sperimentazione della stampa in 3D che ha già attirato l’attenzione di aziende che producono gioielli.

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Simile il percorso iniziato nel 2011 da un’azienda di marketing territoriale di Guidonia, la Comunicando Leader, che ha avviato un importante lavoro di digitalizzazione e mappatura del patrimonio italiano trasformandolo in virtual tour, tour virtuali e immersivi a 360° che attraverso la composizione di più immagini fotografiche in HDR, ad altissima risoluzione, consentono di entrare virtualmente nei musei, ammirare da vicino opere, visitare piazze, castelli, laghi, parchi, fiumi, abbazie, luoghi spesso dimenticati o poco conosciuti, di un’importanza storica, architettonica e paesaggistica enorme, come i quattro santuari francescani della Valle Santa in Sabina, tappe fondamentali del Cammino di San Francesco.

Anche la Comunicando Leader attraverso progetti quali ObiettiviComuni e il portale della cultura digitale italiana www.italiavirtualtour.it lavora con lo scopo di supportare i Comuni in questo percorso che mira a digitalizzare e a rendere fruibili tanti siti turistici altrimenti sconosciuti perché fuori dai consueti circuiti del turismo di massa, affiancandoli nell’implementazione di strategie di divulgazione e di comunicazione innovative che si appoggiano ai nuovi modelli di marketing 2.0, associando alla digitalizzazione attraverso le immagini virtuali l’utilizzo di strumenti virali quali blog e social network, per parlare alle nuove generazioni e arrivare a tutti.

Valentina Sanesi

 

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