Camera di Commercio Salerno: pronti ad investire nel settore turistico-culturale

23/10/2012

“Investiremo nel settore turistico-culturale” è la promessa fatta dal presidente della Camera di Commercio di Salerno, Guido Arzano, a margine della presentazione del rapporto sulla filiera dei Beni Culturali in provincia di Salerno presentato nella mattinata di lunedì 22 ottobre.

Un’indagine, quella effettuata dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne, con tante luci ed ombre e che delinea in sintesi un quadro di potenzialità poco sfruttata. Se da una parte, insomma, non mancano le bellezze storiche, artistiche, architettoniche ed enogastronomiche in grado di richiamare i turisti, dall’altra emerge, riprendendo le parole di Guido Arzano, “una scarsa propensione delle nostre imprese ad aggregarsi e fare rete per sfruttare al meglio le enormi potenzialità presenti sul nostro territorio”.

Da sinistra Arzano, Ilardi e Cortese

Da qui la decisione dell’Ente Camerale di “stimolare dinamiche aggregative e propositive” come ad esempio la creazione di un fondo mobiliare dedicato alla costruzione di reti anche nel settore turistico-culturale. Arzano nel suo intervento ha sottolineato anche la necessità di continuare la collaborazione con la Fondazione Carisal, con il progetto Invest Salerno, che “può certamente contribuire all’attrazione di capitali nella nostra provincia” – spiega il numero 1 dell’Ente di via Roma che in conclusione ritorna a sostenere la necessità di “realizzare un parco tematico in ambito archeologico e artistico nella piana del Sele, per cogliere le ricadute positive di uno dei principali attrattori del turismo culturale nel sud come i Templi di Paestum”.

Secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne la provincia di Salerno si posiziona a metà classifica tra quelle italiane per contributo economico della filiera culturale al Pil. Tuttavia il sistema culturale salernitano rappresenta comunque una parte significativa della produzione di ricchezza ed occupazione della provincia con un 16,2% del valore aggiunto e il 19,1% del totale degli occupati (oltre 65mila addetti), e coinvolge il 28,5% del totale delle imprese attive sul territorio salernitano.

Ma allo stesso tempo emerge anche una scarsa propensione agli investimenti e apertura ai mercati esteri da parte delle imprese locali, così come appare contenuta anche la propensione a fare rete: solo il 6% del campione intervistato (200 imprese) ha dichiarato di far parte di una rete, oltre ad un 3% che sarebbe interessato.

Le imprese della cultura di Salerno stentano quindi a riconoscersi spontaneamente in un modello di sviluppo reticolare. Per questo motivo tra le attività da realizzare per favorire la crescita dei settori collegati alla valorizzazione del patrimonio culturale, circa un terzo del campione indica proprio la promozione dell’integrazione settoriale e della cooperazione tra imprese, anche tramite incentivi e con il sostegno della Camera di Commercio di Salerno.

Ma quali sono i principali ostacoli alla crescita del sistema culturale? Secondo gli intervistati in cima alla lista c’è l’inadeguata disponibilità di risorse finanziare e finanziamenti pubblici, gli oneri burocratici e una scarsa valorizzazione del settore da parte delle istituzioni, tutti fattori su cui si auspicano interventi di policy.

Nonostante la mancanza di finanziamenti pubblici e di un adeguato sistema sinergico tra gli attori del comparto il settore è comunque in forte espansione con una crescita del +4,1% medio annuo nel periodo tra il 2001 e il 2009, percentuale più sostenuta di quella dell’economia provinciale nel suo complesso, che ha fatto registrare un 3,5% e di quella del settore culturale nazionale (+2,1%).

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