A Civitavecchia la mostra “Afro, Manzù e Lamagna. Trame e Fusioni del 900″

20/2/2014

Sarà l’ex Chiesa di San Giovanni di Dio di Civitavecchia ad ospitare fino al prossimo 21 marzo la mostra “Afro, Manzù e Lamagna. Trame e Fusioni del Novecento”.

Una delle opere di Afro

Una delle opere di Afro

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Una selezione di opere dei tre protagonisti, che hanno caratterizzato l’arte italiana del XX secolo, caratterizza il percorso espositivo che si apre con una serie di otto arazzi di Afro, esposti nel 2009 nella grande retrospettiva dedicata al maestro italiano nell’Ermitage di San Pietroburgo.

Opere emblematiche della ricerca estetica di Afro che, dagli esordi figurativi degli anni Trenta giunge alla contrapposizione tra Realismo e Informale, attraverso l’esaltazione dei colori e il disfacimento delle forme, anticipo dell’astrazione. Una ricerca seguita da ampi riconoscimenti sia in Italia, dove Afro viene premiato nel 1956 come miglior pittore italiano alla Biennale di Venezia, sia all’estero, con l’invito a partecipare nel 1958, con Picasso, Mirò, Matta, Moore, Arp, Calder, Tamayo e Appel, alla decorazione del palazzo dell’Unesco a Parigi dove esegue ‘Il Giardino della Speranza’.

Il lirismo astratto di Afro, sempre intento a cogliere “il ritmo interno di ciò che vive”, come notava Giulio Carlo Argan, fa da contrappunto al realismo poetico delle sculture di Manzù. Ispirandosi alle cere di Medardo Rosso, Manzù si dedica ad una serie di ritratti femminili, marcandone gli effetti espressivi e luministici. Due delle sue tre opere in mostra sono interpretazioni della bellezza femminile, espressione formale di quanto l’artista intendeva dichiarando già nel 1980 che la sua “unica fiducia è la donna, rifugio per l’uomo, mito e incanto, riscoperta delle origini e speranza, possibilità di abbandono e tenerezza”. Opere in bronzo, modellate tra aria e luce, che esistono in una sospensione spazio-temporale, improntate da un’illusoria leggerezza.

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